Fessure, Luis Guerra Sobejano
L’opera rappresenta la geografia urbana di una città lacerata da un muro che la divide in due parti, con strade e abitazioni separate da una frattura profonda, ma non totale.
Attraverso quest’opera, l’artista rievoca la divisione della città di Gorizia durante la Guerra Fredda, quando venne eretto un muro a segnare il confine tra Italia e Jugoslavia.
Il muro simboleggia non solo la separazione fisica della città, ma anche la fragilità delle frontiere imposte dall’umanità. La zona di contatto tra le due parti evidenzia come, nonostante la divisione, una connessione sia ancora possibile tra ciò che è stato separato.
Elementi materici e sensoriali
- La base della scultura è realizzata in malta epossidica bicomponente liscia e di color grigio scuro
- La superficie è composta da polvere di mattone rosso e tessere di vetro sinterizzato di colore bianco
- L’opera ha una superficie sottile e presenta dislivelli
- Sono presenti nove fori sparsi sulla superficie dell’opera
Prima esplorazione
Posizionatevi di fronte al piedistallo su cui è collocata l’opera ed esploratela con entrambe le mani, partendo dalla parte più vicina a voi (che chiameremo il “basso” della scultura) verso la parte più lontana (che sarà “l’alto”), e seguendone la forma quasi circolare.
Percorrete il bordo frastagliato e irregolare fino a tornare alla posizione di partenza, nella parte più vicina a voi. Noterete subito che l’opera non è chiusa: dal basso si sviluppa una frattura che sale quasi fino alla parte più alta, senza mai dividerla completamente in due parti distinte.
Esplorando la frattura con entrambe le mani, seguite i due lati al suo interno. Quasi subito, la mano destra incontrerà una zona leggermente rigonfia, che sembra invitare a infilarvi la mano sotto. L’intera scultura non è piatta: presenta altezze differenti, con punti più elevati e altri più bassi.
Percepite la differenza tra la base dell’opera, in malta epossidica liscia e piatta, e la superficie superiore, porosa e materica, composta da polvere di mattone rosso e da tessere bianche di vetro sinterizzato di forme e dimensioni diverse, che rappresentano le case della città di Gorizia.
Proseguendo verso l’alto lungo la frattura, che progressivamente si restringe, l’esplorazione a due mani diventerà più difficile. Continuate con la mano dominante fino a raggiungere il punto in cui i suoi bordi si ricongiungono, ritrovando così la scultura nella sua interezza.
La superficie dell’opera
Soffermatevi ora sulla superficie dell’opera per comprenderne la complessità e la composizione. La sua tridimensionalità è amplificata dai vari dislivelli, creando un andamento che ricorda quello di un terreno.
Collocando le mani sulla parte superiore della scultura, scendete lentamente verso la parte inferiore individuando le numerose tessere irregolari e lisce di vetro bianco che, incastonate una a fianco all’altra, sembrano quasi creare una superficie unica. L’artista ha utilizzato la tecnica del mosaico diretto, ovvero incollare le tessere direttamente sulla superficie di lavoro, in questo caso sulla malta ricoperta da polvere di mattone.
Proseguendo l’esplorazione, incontrerete punti privi di tessere, dove è possibile apprezzare la ruvidità del materiale sottostante, in netto contrasto con il resto dell’opera. Lungo la superficie troverete inoltre nove buchi irregolari, di dimensioni variabili: soltanto uno è abbastanza grande da permettere di inserirvi parte del polpastrello.