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Navigation, Maryliis Teinfeldt-Grins

L’opera esplora l’idea di movimento senza l’utilizzo della vista, riflettendo il navigare lo spazio attraverso memoria, sensazioni e intuizione. “Com’è una strada se non può essere vista?”, si interroga l’artista.
Attraverso la realizzazione di un arazzo, intrecciando trame e ordito, prende forma una mappa frammentata, fluida e morbida della città di Gorizia. Questa tessitura diventa riflessione su come la memoria e l’esperienza dello spazio possano trasformarsi in percezioni parziali ed incerte.

Elementi materici e sensoriali

  • Lino grezzo color beige chiaro, morbido e liscio al tatto utilizzato per trama e ordito
  • Filo di lana rosa spesso e leggermente ruvido per creare le decorazione nell’intreccio dell’arazzo
  • Supporto in legno su cui è collocata l’opera

Prima esplorazione

Individuate innanzitutto il supporto su cui è stata collocata l’opera, utile a facilitarne l’esplorazione, trattandosi di un materiale morbido e mobile.
Sul supporto è incollato un arazzo: una porzione di tessuto rettangolare, simile a un tappeto, realizzata con fili di lino grezzo di colore beige chiaro. L’artista ha realizzato l’opera utilizzando la tecnica della tessitura, intrecciando trama e ordito.
Con entrambe le mani, esplorate la parte superiore per comprenderne la struttura: incontrerete per primi dei fili verticali, corti e apparentemente liberi, che si diramano da una fascia sottostante di fili orizzontali tesi, formando una porzione di tessuto solida e regolare.
Le parti superiore e inferiore dell’arazzo sono state lasciate aperte, senza chiusura, con i fili dell’ordito liberi e sfrangiati. La banda orizzontale dei fili tesi serve a delimitare lo spazio del disegno dell’opera; continuando l’esplorazione verso la parte bassa ne incontrerete un’altra identica.
Per facilitare l’esplorazione, procedete con entrambe le mani: usate quella dominante per rilevare i dettagli e collocate l’altra sul retro dell’opera, tra l’arazzo e il supporto, per creare una base d’appoggio che renda più agevole l’operazione.
Toccando con attenzione la fascia orizzontale e rigida alla base dei fili liberi, è possibile riconoscere la tecnica di intreccio utilizzata: l’ordito, costituito da fili disposti verticalmente, e la trama, formata da fili intrecciati orizzontalmente che passano attraverso l’ordito.
Concentrando l’esplorazione verso il centro dell’opera, percepirete come i fili dell’ordito non siano tesi e fissi, ma morbidi e flessibili: infilate le dita tra di essi, come se fossero capelli, fino a incontrare punti di resistenza che ne interromperanno lo scorrimento. In quei punti troverete ricami realizzati con fili di lana rosa, più ruvidi e spessi rispetto a quelli in lino grezzo dell’ordito.

Le arterie

Soffermatevi ora sulle zone in cui l’ordito si intreccia con il filo di lana rosa: percepirete il contrasto tra la morbidezza del lino e la consistenza più pesante della lana.
Seguite con le dita le linee spesse, ondulate e irregolari create dalla lana, che come dei nastri si uniscono, si avvicinano e si allontanano, formando sulla tela un disegno irregolare che richiama una mappa di sentieri o arterie.